![]() |
Utilizzo del caso didattico per la formazione ECM in un ambiente di apprendimento
online
Università degli Studi di Firenze - LTE - Corso di Perfezionamento 2001-2002, area 4 - Tutor: Prof. M.Rotta |
![]() |
![]() |
![]() |
||||||
![]() |
|
![]() |
|
Da: Paula de Waal |
Ciao Vitalia,
Rispondo in fretta prima di partire:
Alcuni dei problemi di usabilità che hai indicato sono più
comuni di quanto vorremo. Mi ha fatto piacere che tu li abbia individuati.
In questo caso specifico, riconosco sintomi tipici del CBT degli anni
90, come la dissociazione tra immagine e testo e la scarsa flessibilità
dell'interfaccia. Sembra proprio un cd-rom "trapiantato" nel web.
Quando ho visto le frecce ho pensato subito ai tuoi commenti
su Aunt Minie e ho voluto presentare un esempio di materiale curato
con criteri didattici.
Incominciamo a percepire anche in termini di interfaccia alcune
specificità del web che i produttori di materiali didatici tendono a
ignorare.
...lavorare in maniera piu confortevole...
...buona visualizzazione...
- progettazione centrata sull'utente
Con l'evoluzione delle tecnologie vetoriali come flash, purtroppo,
i designer (grafici) stanno riprendendo il controllo della
progettazione di interfaccia, sicuramente più accativante ma definitivamente
poco flessibili. Questo sito non è in flash, ma é il caso del CaseViewer
di mypatient.com (http://www.mypatient.com/publicsite/home/home.jsp).
Se ritorni li`, vedrai che i testi non possono essere copiati, devono
addattarsi a cornici predefinite anche in lunghezza, ed è necessario
usare il mouse continuamente per leggerlo perchè tutti i comandi di
tastiera ,come il pagedown, sono disabilitati.
Ora devo andare ma se vuoi, riprendiamo lunedi
Lascio in evidenza questa frase di Vitalia. Non tutti i teorici
dell'ipertesto sarebbero d'accordo. Cosa ne pensate?
....Per trasfomare
la trasmissione di conoscenze in formazione credo sia piu' utile tracciare un percorso preciso... Salutoni e buon finesettimana
Paula de Waal
|
|
|
Da: Vitalia Murgia |
Cara Paola ti ho fatto un collage di contributi che ho inviato al gruppo nei giorni scorsi sui vari siti che mi avete segnalato e che non ritrovo nel materiale inserito nel sito. Ho messo anche le note metodologiche al caso clinico di psicologia tradotto da Anna Fata perche' mi pare che il testo del caso clinico ed i tempi assegnati ai discenti senza i commenti sulla metodologia non permettano di capire l'entita' e la qualita' del percorso formativo tracciato dagli autori. Ecco anche un elenco di siti con sezioni dedicate alla formazione: E-DOTT http://www.edott.it/ Sito commerciale di livello molto buono. Offre parecchi supporti ai medici per l'aggiornamento delle conoscenze ed ha una sessione dedicata ai casi clinici inseriti nel sistema ECM. AUSCULTATION ASSISTANT http://www.wilkes.med.ucla.edu/intro.html Rientra nella categoria di siti dedicati alla formazione anche se non utilizza casi didattici ma usa un sistema tutoriale per il miglioramento delle competenze nell'ausultazione dei toni cardiaci. PEDIAWEB : http://pediaweb.pediaweb.it/servlet/page?_pageid=88&_dad=portal30&_schema=PO Il sito e' accettabile sempre nell'ottica di un aggiornamento delle conoscenze. Vi si trovano molti corsi e casi clinici sviluppati comunque in maniera molto meno approfondita e con minori supporti bibliografici di quanto accada nel sito dell'AMA che ci ha segnalato Paula. Caratteristiche di rilievo: !) Il target e' abbastanza ben definito 2) I corsi sono su argomenti comuni per i discenti target 3) Gli obiettivi didattici sono dichiarati per ogni caso e corso e solo di tipo conoscitivo. 4) In alcuni corsi non c'e' un percorso di apprendimento guidato, nessuna valutazione dei prerequisiti conoscitivi. Il discente deve passare da una sezione all'altra del caso senza valutare se ha raggiunto un buon livello di padronanza sulla materia sino a quel punto. Il tutto e' abbastanza noioso e poco coinvolgente. 5) l'ipotesi diagnostica viene chiesta a meta' del percorso senza che poi vi sia nessuna risposta se sia giusta o sbagliata sino alla fine del caso. Il caso piu' che invogliare alla riflessione ed ad imparare un percorso diagnostico corretto sembra voler spingere ad indovinare la diagnosi ad ogni costo. 6) I casi clinici sono pochi e perlopiu' riguardano situazioni infrequenti Sia i corsi che i casi non mettono a disposizione sufficiente materiale di approfondimento. ESSENTIALS OF HUMAN PHYSIOLOGY http://imc.gsm.com/demos/hpdemo/program/section1/problem/prepage1.htm Il sito che mi hai mandato e' finalizzato allao studio della fisiologia umana. E' molto ricco di materiali anche se e' liberamente fruibile solo la sezione dell'attivita' bioelettrica. E' un corso basato su modelli di apprendimento passivo, lettura di testo scritto reso piu' appetibile dai link ipertestuali e una grafica accattivante arrichita di disegni e anche brevi grafiche animate. C'e' la posibilita' di vedere anche come si devono eseguire delle manovre con dei brevi filmati. Il caso didattico che loro consigliano di fare prima di iniziare lo studio della relativa sessione non e' purtroppo molto allettante: In pratica fanno le domande e si danno le risposte, qui in Veneto direbbero "sea fa e sea conta" insomma fanno tutto loro. Il discente deve leggere e "subire" non gli e' permesso nemmeno di sbagliare nel tentare di fare il percorso di anamnesi e di tracciare poi una sua ipotesi diagnostica e terapeutica. Per migliorare un po' la situazione sarebbe bastato per ogni videata proporre al discente almeno tre possibili percorsi decisionali: quali cose doveva domandare alla paziente, che manovre avrebbe fatto, che ipotesi diagnostica ecc. e in occasione di errori commentare la risposta ed invitare a leggere con attenzione la sezione dedicata a quel problema magari con un link che li portava direttamente al punto da rivedere. Certo e' meglio di un libro ma non e' apprendimento interattivo o partecipato. Peccato peche' ha proprio del materiale di supporto discreto. Per una un po' "cecata" come me e' anche difficile leggere a lungo su schermo ed i caratteri dei testi sono davvero molto piccoli. Non so se sia per un problema tecnico (pesantezza dei files?) certo e' che se aumentassero le dimensioni dei caratteri e cambiassero lo sfondo itterico e tutto l'insieme un po' piatto sarebbe meglio dato. Un'altra cosa e' il tempo di collegamento un po' lunghino. Persino io che ho l'ADSL mi annoiavo ad aspettare tanto che sono andata a leggermi messaggi di posta mentre scaricavo uno dei filmati di grafica che poi era certamente gradevole da vedere ma nemmeno essenziale ai fini dell'apprendimento. Insomma: Ricco di contenuti ma non certo innovativo come metodologie e la trappola puo' essere rappresentata dalla monotonia. Resto del parere che se si vogliono trasmettere sopratutto conoscenze, come in questa sessione, il buon vecchio libro con una buona iconografia e della bella grafica sia la soluzione migliore . KET-ON-LINE http://www.ket-on-line.com/ket-clin4.cfm Sito commerciale. I casi sono tutti orientati alla gestione terapeutica di casi clinici su base infettiva. I casi selezionati sembrano miarare tutti alla evidenziazione del probelam delle resistenze batteriche problema reale ma spsso molto enfatizzato dalla ditte che producono farmaci per indurre i medici a prescrizioni di nuove e sempre piu' potenti molecole. Il sito non mi sembra nulla di eccezionale e mi suscita anche il sospetto di voler orientare in maniera non corretta il discente. puo' darsi che sia solo un mio sospetto. MEDICAL PHARMACOLOGY AND DISEASE BASED INTEGRATED INSTRUCTIONS http://www.pharmacology2000.com/index.htm Il sito di farmacologia e' un libro elettronico molto bello ma sempre libro e'. Secondo me i libri sono belli se fatti di carta ed i testi su CD sono comodi solo per la consultazione rapida di un dato e non per studiarci su, ergo il sito non serve per la formazione ma solo per l'informazione (lodevolissimo intento comunque se il prodotto e' di qualita' come mi pare in questo caso). CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE SUL CASO CLINICO DI PSICOLOGIA TRADOTTO DA ANNA Vorrei aggiungere alcune considerazioni di tipo metodologico al caso che hai tradotto. Mi sembra interessante evidenziare sopratutto: - la precisa identificazione dei ruoli e dei compiti nella suddivisione del lavoro - l'assegnazione di un tempo definito per completare l'incarico (piu' tempo si da e meno si conclude...) - il materiale di supporto agli expert- groups (hand out) che servono a guidare la discussione con conoscenze precise ed aggiornate. - il file "OVERVIEW AND BACKGROUND" che ricorda gli obiettivi didattici del caso con i blocchi di discussione "BLOCKS OF ANALYSIS" (io le ho chiamate piste di dibattito), il NOTE-TAKING SHEET (fac simile per registrare quanto viene detto nel gruppo con l'esperto e che deve essere riportato dal rappresentante ai discenti). Questo contiene persino la raccomandazione: Remember to practice what you are going to say back in your Home Group. Your fellow experts can help make sure you are being accurate. Insomma ci si preoccupa anche di ricordare che si devono acquisire conoscenze precise su quanto deve essere riportato nel gruppo di lavoro e di ricordare il ruolo di aiuto degli esperti. - la CLASSROOM MANAGEMENT ovvero tutti i passaggi per la conduzione corretta del caso tra i discenti: con "Detailed Directions for Running the Case" e "Pre-class and Follow-up Assignments" insomma niente e' lasciato al caso o alla fantasia dei vari coordinatori dei gruppi. Ritengo che questo sia l'unico modo perche' un caso didattico possa essere produttivo, in qualsiasi contesto venga usato . Anche questo e' un esempio di metodologia che va tenuta presente e portata come esempio di buona progettazione. |
|
|
Da:giuseppe brancato |
Cara Paola ricevuto il visto da Rotta, rimango a disposizione per la suddivisione del lavoro Per la data esame mi aggrego alle vostre scelte, inoltre sarebbe opportuno visto le difficoltà yahoo molto personali, ricevere file questionario anche in altro modo salutoni giuseppe - - - - - Original Message - - - - - From: Vitalia Murgia To: Sent: Friday, May 10, 2002 2:53 PM Subject: Re: [lte-2002-ecm] richiesta ufficiale al Prof. Rotta Cara Paola Sono contenta che sia possibile collaborare nella risposta ai questionari e sono convinta anche io che servira' a cementare ancora di piu' i rapporti collaborativi all'interno del nostro"bel gruppo". A proposito di questo sono a tua disposizione perche' mi dica di quale delle unita' di domande preferisci che mi occupi o se vuoi affidarmi qualunque altro compito (non ricamo e cucito dove sono negata anche perche' " sono cecata" come vi ho gia' detto in altro messaggio). Spero che ti sia possibile farmelo sapere entro domani mattina perche' conto di usare tutto il tempo libero di sabato e domenica per questa attivita'. grazie, ciao Vitalia- - - - - Original Message - - - - - From: "Mario Rotta" To: Sent: Friday, May 10, 2002 12:37 PM Subject: Re: [lte-2002-ecm] richiesta ufficiale al Prof. Rotta At 20.59 09/05/02 +0200, you wrote: allora chiediamo ufficialmente al Prof. Rotta se accetta la proposta di vedere i questionari con le risposte pubblicate sul sitarello? (con i nomi di chi ha risposto a cosa ça va sans dire) OK, quindi: Caro Prof. Rotta, immagino stia seguendo la mitraille dei msgs di questo ultimo sprint.(la immaginiamo come figura mitologica metà uomo e metà schermo, seguito dal PC anche nelle stanze piu' prosaicamente dedicate a Calibaniche attività:) dunque: è possibile per Lei ipotizzare una deviazione dal programma e autorizzare l'upload delle risposte "collaborate"ai questionari sul nostro sitarello? o questo crea problemi di natura burocratico-organizzativa per il vostro team? (immagino che poi anche Voi avete dei criteri di quantificazione del lavoro dei corsisti che prevede risposte date individualmente...perchè anche voi poi vi riunite in Facoltà per certificarci..vero?) Paola Ebranati Per quello che mi riguarda non ci sono problemi. Trovo anzi che la soluzione che state elaborando sia un segnale inequivocabile di capacità di organizzazione a livello di gruppo collaborativo e del fatto che avete capito perfettamente potenzialità e vantaggi dell'interazione in rete. Solo che dovrò chiedervi di portare con voi al colloquio finale anche una stampa da allegare agli atti, poco importa se individuale o collettiva, o se in n copie. Una stampa dei questionari compilati, s'intende, per il resto (i progetti) di solito raccolgo tutto io in forma elettronica per selezionare poi cosa inserire il prossimo anno tra i materiali di partenza dei nuovi corsisti. Un saluto Mario Rotta |
|
|
Da:giuseppe brancato |
sono in sintonia con le considerazioni che fate soprattutto in merito alla metodologia usata ed in particolare a tutte le migliorie che sarebbe possibile apportare. Il materiale è veramente ben impostato ed il sistema delle frecce di indicazione è di aiuto. Vi ringrazio di avermi permesso si visitare i siti da voi proposto perchè avevo una concezione dell'uso della rete più restrittiva per quanto concerne metodolgie didattiche in fad. Continuo ad essere perl convinto che ci sia molto ancora da fare e comunque da suggerire per quanto si riferisce all'addestramento del professionista attraverso un percorso informatico, sono inoltre pienamente convinto che serva a priori una conoscenza della materia o delle tecniche in uso per l'identificazione per esempio delle tecniche applicative o del riconoscimento delle sezioni anatomiche o di avere un quadro delìanatomia radiografica in tutte le tecniche in uso (radiologia tradizionale, tc, rm, med.nucleare, radioterapia etc). Però devo ammettere che sarebbe un bell'ausilio ciao Giuseppe - - - - - Original Message - - - - - From: Vitalia Murgia To: Sent: Saturday, May 11, 2002 10:14 AM Subject: Re: [lte-2002-ecm] radiologic tecnologists Cara Paula Sono andata a vedere il sito di Anatomy radiology e condivido con te che "La qualità e la completezza dei materiali illustrativi e il trattamentodelle immagini sono notevoli" permettimi di fare alcune considerazioni : - il sito e' un buon atlante di radiologia che sfrutta bene le opportunita' offerte dalla tecnologia - C'e' una buona organizzazione del materiale - c'e' un sistema che indica bene le parti anatomiche considerate(se vi ricordate avevo evidenziato come negativo il fatto che Aunt Minnie non lo prevedesse) ma quando allarghi la figura per poter valutare meglio le parti anatomiche indicate scompaiono sia la leggenda che le frecce di indicazione e quindi ti manca il riferimento. Non e' possibile lavorare in maniera piu' confortevole e con una buona visualizzazione. - Questo sistema di frecce non compare nelle immagini dove descrive le lesioni per esempio. In questo caso l'iconografia si arricchisce (perche' di base usa sempre la stessa radiografia) usando anche delle immagini di TAC ma non da' prima una immagine base su cui lo studente impari a riconoscer le parti anatomiche nella normalita'. Quando uno studente comincia ad utilizzare questo atlante e' molto improbabile che sappia gia' riconoscere lesioni su immagini radiologiche e pertanto prima gli si dovrebbe insegnare a riconoscere le cose normali e poi quelle patologiche. Il sistema con frecce e' sempre necessario tranne che nei quiz con immagini dove il discente viene valutato sulle abilita' acquisite nel corso. - La radiografia di riferimento sembrerebbe essere sempre la stessa ma sarebbe bene vederne diverse per imparare a rintracciare le diverse parti anatomiche considerando che non siamo tutti uguali. - Peccato che non ci sia un percorso di apprendimento tracciato ed il discente sia lasciato solo a vagare tra le varie conoscenze. Per trasfomare la trasmissione di conoscenze in formazione credo sia piu' utile tracciare un percorso preciso e quindi dividere il materiale in varie sezioni di studio ciascuna delle quali abbia un precsio obeittivo didattico che deve essere espliciatato in modo che il discente sappia cosa apprendera' completando quella sezione. Altrimenti il rischio e' che si finisca, come spesso nel WEB, per vagare senza uno scopo e senza alcuna utilita' da un punto all'altro del materiale. Anche questo mi pare un buon sito che necessita pero' di alcune importanti correzioni e sopratutto predisprrei dei percorsi di studio e lavorerei di piu' sulla iconografia. Non mi e' riuscito di visualizzare i filmati pur avendo io una versione recentissima di Quick time. Quasi tutti i siti che abbiamo visitato hanno un difetto capitale: chi li ha pensati aveva in testa un suo modello di apprendimento e non si e' posto il problema di cosa davvero serva all'utilizzatore del sito per apprendere, cioe' ha utilizzato il vecchio cliche' dell'apprendimento centrato sul docente anziche' sul discente. ciao a tutti Vitalia- - - - - Original Message - - - - - From: "Paula de Waal" To: Sent: Saturday, May 11, 2002 12:11 AM Subject: [lte-2002-ecm] radiologic tecnologists Dopo questo mese di riflessioni è sempre più chiaro che in ambito ecm non sempre è possibile adottare strategie didattiche collaborative. Non è ancora molto esplicito il contrario: in quali situazioni di apprendimento in rete sarebbe fattibile e adeguato l'uso di queste strategie? Penso sempre a Giuseppe e immagino che nel quotidiano degli operatori tecnici le esigenze formative richiedono spesso altre strategie, percorsi adatti all'apprendimento di procedure, metodologie orientate alla risoluzione di problemi tecnici, aggiornamenti informativi - sbaglio? In questo caso la rete potrebbe essere un valido mezzo per la diffusione di materiali difficilmente reperibili off line, come filmati, immagini, schemi, e le comunità di pratica sarebbero meno discorsive e molto orientate alla risoluzione di problemi ben definiti (troubleshooting). Ho seguito alcuni dei link suggeriti da Paola Ebranati questa settimana e in uno dei siti c'`e un tutorial progettato per "radiologic tecnologists". Il tema è "radiologic Anatomy" e l'obbiettivo è imparare a identificare strutture anatomiche per ottimizzare le procedure tecniche della radiologia. La qualità e la completezza dei materiali illustrativi e il trattamento delle immagini sono notevoli. I quiz sono strumenti per l'apprendimento e possono essere configurati dall'utente (scelta degli argomenti e del numero di domande). L'interfaccia di navigazione potrebbe essere ottimizzata per il web. Può darsi che il progetto iniziale sia stato distribuito in cd-rom - il formato è tipico del cbt degli anni 90. Il tutorial è modulare, 5 moduli per un totale di 32 crediti, $5.00 per credito. Ecco l'indirizzo: http://imc.gsm.com/demos/rademo/index.htm Chi non ha tanto tempo oppure ha problemi per veder i materiali (i filmati quick time sono pesanti), può andare direttamente alla pagina help del sito, che illustra con immagini delle schermate tutte le funzionalità del sistema. http://imc.gsm.com/demos/rademo/index.htm Se vi chiedono una password di ingresso, usate: username:prova password:prova Un altro saluto a tutti Paula de Waal |
|
|
Da: beppediliddo |
Carissima Paola, come va. Se lo ritieni utile, puoi aggiungere questo contributo sul case study, che integra in qualche misura quanto già splendidamente scritto da Vitalia. A parte la definizione e la enunciazione delle tipologie, mi sembra utile la descrizione delle linee guida e della procedura per la definizione di un caso (assolutamente rivisitabili). A proposito del CASE STUDY Definizione "E' una descrizione scritta di una situazione problematica che presenta dettagli sufficienti perché i partecipanti possano determinare un'azione appropriata da intraprendere". Il metodo consente di simulare la realtà, si riallaccia alle conoscenze e competenze dei partecipanti, li coinvolge più attivamente nel processo di apprendimento, sollecitandoli ad applicare la teoria alla pratica". Varietà di CASE 1. Quelli che propongono risposte alternative da analizzare, valutare e selezionare in base a criteri di priorità 2. Quelli che non elencano risposte alternative ma descrivono un problema ed ai partecipanti viene chiesto di rispondere ad una serie di domande che dovrebbero portare ad un suggerimento, una decisione, un piand'azione. 3. Il labirinto d'azioni che comporta una maggiore preparazione degli allievi cui è destinato. Si sviluppa su due livelli : i partecipanti rispondono al caso selezionando e scegliendo un opzione; il facilitatore da una spiegazione scritta sulle conseguenze della scelta effettuata; il gruppo affronta e sceglie tra un'altra serie di opzioni di cui si conoscono le conseguenze. 4. L'incidente. Ai partecipanti, rispetto alla necessità di definire una soluzione, vengono forniti dati insufficienti per prendere una decisione. Il formatore possiede tutte le informazioni necessarie ma le rivela solo a fronte di specifiche domande. In questo modo i partecipanti imparano a porre le domande giuste per ottenere le informazioni indispensabili per prendere la decisione (sessioni di indagine e problem solving) Proposta di linee guida per la loro realizzazione - Il case study deve essere scritto per un determinato obiettivo, e deve risultare pertinente per le problematiche dei partecipanti o delle organizzazioni di provenienza - E' utile compilare le istruzioni d'uso del caso - Se il case study esiste, ne va verificata ed eventualmente adeguata, l'usabilità rispetto agli obiettivi del percorso in oggetto - Deve essere definita la modalità di somministrazione (per singolo partecipante, per piccolo gruppo, plenario) - Deve essere favorita un'attività di discussione in cui ciascun partecipante, per riflessione personale, o ciascun gruppo, nell'ambito di una discussione, elaborino risposte, facciano scelte, stabiliscano priorità - Organizzare una eventuale discussione plenaria, in cui approfondire le riflessioni sulle informazioni prodotte da ciascun gruppo, raccolte e strutturate adeguatamente in modo da favorire l'analisi ed il confronto delle risposte - Porre domande significative rispetto agli obiettivi per lo sviluppo di un'analisi condivisa del caso e del consenso sulla soluzione ottimale (se esiste) Modello operativo per la creazione di un CASE STUDY 1. Formulare in forma scritta l'obiettivo / gli obiettivi da perseguire riferendoli agli skill e/o temi dell'intervento 2. Mettere in chiaro un problema che illustri lo skill o il principio che si vuole rinforzare con il caso (in termini realistici) 3. Decidere se devono essere proposte soluzioni alternative tra cui scegliere e descriverle (3 o 4) 4. Decidere sulle modalità con cui dovranno lavorare gli Allievi su questo problema : - prendere prima una decisione da soli per poi discuterla in un piccolo gruppo - lavorare insieme - Verrà richiesto di raggiungere il consenso sulla soluzione del problema 5. Preparare con cura la presentazione del caso (ogni aspetto deve essere considerato: la chiarezza espositiva, la completezza dei dati, la sequenza e la coerenza delle relazioni) 6. Definire le domande da porre ai partecipanti dopo che avranno portato a termine il caso (verifica, rinforzo, ….) Grazie per l'attenzione. Ciao Beppe. :- )) |
|
|
Da: beppediliddo |
Carissima Paola, Carissimi Tutti, Circa l'obiettivo del nostro lavoro, siamo partiti dal tema "applicabilità del modello on line all'analisi dei casi clinici" proposto da Paola in data 08-04-2002, siamo passati a qualcosa di più ampio con il contributo successivo di Paula che parla di "come progettare ambienti ed attività didattiche mediate dalla rete che supportino l'apprendimento a distanza in un contesto ECM" . Pensavo si potesse chiudere il lavoro riepilogandolo in una relazione di progetto con la seguente struttura che sottopongo al Vs giudizio. 1. LA FORMAZIONE NEL SETTORE MEDICO-SANITARIO 1.1 caratteristiche, usi ed abusi 1.2 aree di miglioramento e nuovi bisogni formativi 1.3 la medicina EBM quale modello per la formazione continua del medico 1.4 la CASE STUDY come tecnica di supporto alla formazione in ECM 2. IL CONTESTO ECM E LO SVILUPPO DELLA PROFESSIONALITA' NEL SETTORE SANITARIO: vecchi vincoli e nuove esigenze 3. IL CONTRIBUTO DELLA FORMAZIONE A DISTANZA NEI PROCESI FORMATIVI IN UN CONTESTO ECM 3.1 caratteristiche dell'apprendimento a distanza 3.2 aree di miglioramento interessate 3.3 punti di forza e punti di debolezza delle soluzioni a distanza 3.4 indirizzi strategici e problematiche di sviluppo del mercato e- learnib in sanità 4. IL PROGETTO DI UN AMBIENTI E ATTIVITA' DIDATTICHE MEDIATE DALLA RETE IN AMBITO ECM 4.1 I concetti di attività ed ambiente didattico 4.2 Le caratteristiche di un ambiente didattico on line 4.3 Usabilità dell'ambiente on line in ambito ECM 4.4 Metodologia di sviluppo di un ambiente didattico in rete: 4.4.1 caratteristiche 4.4.2 problematicità 4.4.3 applicabilità all'ambito ECM 4.5 Sviluppo della tecnica dei CASE STUDIES in un ambiente di apprendimento on line per la formazione ECM 5. CONCLUSIONI Dovremmo utilizzare i prodotti già realizzati ed aggiungere qualcosa in modo funzionale alla completezze e qualità che desideriamo ottenere con il documento. Cosa ne pensate ? P.S. Cosa posso fare per i questionari ? Integriamo quelli di Anna ? Ma li ha già inviati ? Ora mi porto fuori !!! A più tardi. Ciao Beppe. |
|
|
Da: beppediliddo |
Paola dove sei? E' tutto a posto ? Ci sentiamo più tardi? Buona giornata a tutti. Beppe :=)) |
|
|
Da: beppediliddo |
Carissima Paola, riprendo un attimo il discorso del diritto d'autore. Mi sono posto il problema pratico di valutare la possibilità di "usare, nell'ambito di un percorso formativo, "casi" e/o "documentazione già prodotta" e resa disponibile on line all'interno di un sito che fa da supporto per un corso di formazione medica on line su un certo tema". Se questo materiale venisse "rielaborato" o usato a "pezzi" per creare un nuovo caso o un nuovo documento, qual'è la situazione in ordine al diritto d'autore. Credo che i brani riportati qui sotto aiutino a farsi un'idea delle possibilità d'azione. Il materiale l'ho trovato sul sito http://www.patnet.it/ Mi sono preoccupato di chiedere (via e-mail) al proprietario il permesso di poterlo pubblicare nel sito del nostro progetto. Aspetto una risposta per domani. Comunque possiamo fare le nostre considerazioni. A presto. Beppe. http://www.patnet.it/ sezione : DOMANDE E RISPOSTE Chi è l'autore? Come acquista i diritti sulla propria opera? L'autore è colui che crea l'opera dell'ingegno. La titolarità dell'opera, e la conseguente protezione garantita dalla= legge si acquistano con la creazione dell'opera e la sua estrinsecazione, in qualunque forma avvenga, anche orale. Come regola generale l'autore non deve compiere alcuna formalità: né la pubblicazione, né registrazione della medesima presso gli appositi registri o presso la SIAE. Teoricamente la legge pone a carico dell'autore l'obbligo di registrare le opera protette nell̵= 7;apposito registro generale istituito presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma il deposito non ha efficacia costituiva dei diritti che spettano all'autore: i diritti, come già detto, nascono con l'estrinsecazione dell'opera. I registri adempiono ad una funzi= one di pubblicità. Dunque la recitazione orale di un'opera letteraria o l'esecuzio= ne di un brano musicale sono sufficienti per costituire il diritto in capo al loro autore; ma è ovvio che, in caso di contestazione, la fissazione per iscritto dell'opera, la sua pubblicazione o la sua registrazione possono costituire delle prove importanti contro chi voglia usurparne la paternità. In assenza di indicazioni contrarie, si presume autore chi è indicato come tale nell'opera. L'indicazione può trovarsi in capo o in conclusione di un volume; negli manifesti che annunciano una rappresentazione, un concerto, una recita; mentre quando è contenuta all'interno di un volume, senza alcun risalto, ed anzi non è in qualche maniera evidenziata, si dubita che possa essere valida. Chi è reputato autore dell'opera derivata? Cosa succede se l'autore crea la propria opera elaborando un'op= era preesistente? Se l'elaborazione è dotata di carattere creativo è tutelata dalla legge, ed autore sarà considerato l'elaboratore. Va però osservato che l'autore di ogni opera è titolare del diritto esclusivo di elaborare, trasformare, modificare la propria opera in qualsiasi modo. E quindi prima di accingersi a trasformare, modificare, elaborare una creazione altrui protetta dal diritto d'autore, sarà necessario ottenere il consenso del suo autore: in caso contrario l'autore dell'opera elaborata rischierà di non p= otere esercitare alcun diritto su di essa e di avere violato i diritti dell'autore dell'opera elaborata. Cos'è l'opera collettiva? Si definisce collettiva l'opera che è creata con la riunione di opere= o di diverse parti di più opere, come risultato della scelta e del coordinamento per un determinato fine letterario, scientifico, politico, artistico in genere, e così via. Si tratta di enciclopedie, dizionari, riviste, giornali; spesso in esse vengono fatte rientrare le opere multimediali su cd-rom, quando sono composte da riunione di contributi di natura diversa ed appartenenti a vari autori (si pensi, ad esempio, alla storia di una squadra calcistica, contenente recensioni, fotografie, filmati, interviste). Tale opera, ove abbia carattere di creazione autonoma, è protetta come opera originale: vengono però ovviamente salvaguardati i diritti d'autore spettanti ai titolari delle singole parti di opere che costituiscono l'insieme. Si presti attenzione al fatto che l'attività creativa sta nell'organizzazione, nel coordinamento che riconduce i vari contributi ad unità. A chi spettano i diritti d'autore e di sfruttamento economico dell'opera collettiva? Se l'attività creativa sta nell'organizzazione del vario materi= ale che viene a comporre l'opera collettiva, autore sarà considerato colui che organizza e dirige l'opera stessa. I diritti di utilizzazione economica spetteranno, invece, all'editore. Gli autori delle singole opere conserveranno invece il diritto di sfruttarle liberamente, e che nell'opera collettiva venga indicato il= proprio nome (fatto salvo, ovviamente, ogni diverso accordo). Come sono regolati gli articoli per riviste e giornali? Alcune specifiche norme sono previste per gli articoli da pubblicarsi su riviste e giornali: le esigenze di coordinamento di un lavoro che richiede la collaborazione di numerosi soggetti (si pensi alla redazione di un quotidiano) e che viene solitamente svolto in tempi ristrettissimi, impone il temperamento di alcune facoltà spettanti ai singoli autori degli articoli ed al personale di redazione, a favore dell'opera di organizzazione svolta dal direttore. Ed allora il direttore potrà introdurre negli articoli quelle modificazioni di forma richieste dalla natura e dai fini del giornale: è ovvio che tale facoltà del direttore comprime il corrispondente diritto dell'autore ad autorizzare le modificazioni del proprio lavoro. Viene in ogni caso fatto salvo il diritto dell'autore ad opporsi a qualunque modifica lesiva del proprio onore = e della propria reputazione. Gli articoli dei redattori possono essere riprodotti entro 6 mesi, decorsi i quali il redattore ne riacquista la libera disponibilità. Così avviene anche se l'articolo è inviato al giornale da persona estranea alla redazione; questi ne riprende la disponibilità se non riceve notizia dell'accettazione dopo un mese dall'invio. Non c= 'è obbligo di conservare o restituire i manoscritti non richiesti pervenuti al giornale. Il personale di redazione non ha neppure il diritto ad essere indicato come autore nella riproduzione dell'opera: in questi casi, il direttore del giornale può anche sopprimere o ridurre l'articolo del collaboratore in conformità alla natura e ai fini del giornale. Cosa sono le opere in collaborazione? E le opere composte? Sono opere in collaborazione quelle opere create con il contributo indistinguibile di più persone: il contributo deve essere di natura creativa, e non tecnica o organizzativa. Tipico esempio è un libro scritto a quattro mani. Il diritto d'autore spetta in comune a tutti i coautori: e se la difesa del diritto morale appartiene e può essere esercitata anche da un solo autore, per lo sfruttamento economico si applicano le norme che regolano la comunione dei beni: le quote, salvo diverso accordo scritto, si presumono uguali. In particolare, per pubblicare o comunque divulgare per la prima volta al pubblico l'opera, sarà necessario il consenso di tutti i coautori: solo in caso di rifiuto ingiustificato ci si potrà rivolgere al giudice. In tale categoria di opere non rientrano i film, in cui i diversi contributi sono idealmente e materialmente distinguibili (sceneggiatura, musica, e così via): si tratta, in questo caso, di opera composta. Sono contributi che, pur conservando una propria autonomia, si strutturano come elementi essenziali di un'unica opera.= I vari contributi possono essere utilizzati separatamente dal proprio autore, nei limiti previsti dalla legge e dagli accordi tra le parti. Nell'opera composta rientrano le opere drammatico-musicali, le opere = coreografiche, le opere cinematografiche. Elenco delle pubblicazioni sul tema del diritto d'autore Tratto da http://www.patnet.it/ sezione INFORMAZIONI / NORME E DOCUMENTI Libro verde - La lotta alla contraffazione ed alla pirateria nel mercato interno (Fonte Comunità europea - Commissione DGXV 22/10/98) Libro verde - Rapporto sulla contraffazione e la pirateria (Fonte Comunità europea - giugno 1999) Libro verde sul brevetto comunitario e sul sistema dei brevetti in Europa (Fonte: Comunità europee) Parere del Comitato economico e sociale in merito al "Libro verde sul brevetto comunitario e sul sistema dei brevetti in Europa - Promuovere l'innovazione tramite il brevetto" (Fonte: Comunità europea GUCE C 129 del 27/04/98) The follow-up to the Green Paper on the Community Patent and the Patent System in Europe (Fonte Comunità europea - Commissione DGXV - 12/02/99) Le iniziative da assumere a seguito del Libro Verde sul Diritto d'Autore e i diritti connessi nella società dell'informazione (Fonte Comunità europea - Commissione DGXV - 20/11/98) Primo Piano d'Azione per promuovere l'innovazione in Europa (Fonte: Cordis) Technology Implementation Plan (Fonte: Cordis 02/05/1998) Implementation of the first Action Plan of innovation in Europe (Fonte: Cordis 14/01/1998) |
|
|
Da: Paola Ebranati |
Grazie Hocam! allora continuiamo a lavorare;) buon weekend paola eb |
|
|
Da: Paola Ebranati |
Cari ECMini, Mashallah!;) è il fuoco della battaglia dei Dardanelli...;) lasciatemi fare le risposte alle "Sfide Tecnologiche e Cybespazio"..così do anch'io il mio miniquestionario, grazie e baci paola eb |
|
|
Da: Paola Ebranati |
Grazie Manuela, hai lavorato veramente tanto e con tanta passione, ti ringrazio veramente. Sto cucendo e incollando perchè questo fine settimana state tutti riversando il vostro lavoro contemporaneamente e se si salta un giorno di scarico-posta poi sono dolori de panza..;) un saluto affettuoso paola eb |
|
|
Da: Paola Ebranati |
Caro Beppe, ti ringrazio degli ottimi suggerimenti e dei grossi prompts per l'espansione del lavoro che proponi e che ovviamente sarebbe opportuno mettere nel sitarello (anzi stato fantasticando che - Rotta e gli altri ECMini nostri permettendo - il contenuto del sitarello potrebbe divenire una pubblicazione..non so): mi sembra che i punti di analisi che proponi possano sicuramente essere trasferiti in una pubblicazione... sempre a 7 mani.. un grazie di cuore paola eb |
|
|
Da: Paola Ebranati |
caro Beppe, scusa le frammentarie risposte.. sto cercando di amalgamare tutta la produzione ideativa da giovedi' a domenica, la sto leggendo e spero di non impigliarmi nelle maglie della disorganizzazione mia: 1. fare un webbing up che rispetti il piu possibile il filo logico degli interventi 2. classificare questi nessi associativi ed abbinarli alle pagine già esistenti senza stravolgere tutto 3. studiarmeli bene 4. rispondere almeno a 1 questionario in tre giorni hai prodotto una così grande mole di lavoro, assieme a Vitaliuccia, Paula e Manuelina che sto (piacevolmente) inchiodata qui. Ora ho la memoria di lavoro un po satura, mi devi scusare, ti va se ci aggiorniamo lunedì sera? grazie tante iyi geceler paola eb |
|
|
Da: beppediliddo |
Carissima Paola, non c'è proprio niente di cui susarti. Per te solo grande considerazione per lo straordinario lavoro organizzativo che stai facendo. Era strano non vedere tuoi post per 48 ore. Comunque, penso di fornirVi due ultimi contributi 1. scenari di sviluppo dell'e-learning nella formazione medica 2. (a Dio piacendo, una scheda progetto per un corso ECM on-line, da completare a 14 mani) Buona serata !!! Beppe, ;- )) Paola Ebranati ha scritto: caro Beppe, scusa le frammentarie risposte.. sto cercando di amalgamare tutta la produzione ideativa da giovedi' a domenica, la sto leggendo e spero di non impigliarmi nelle maglie della disorganizzazione mia: 1. fare un webbing up che rispetti il piu possibile il filo logico degli interventi 2. classificare questi nessi associativi ed abbinarli alle pagine già esistenti senza stravolgere tutto 3. studiarmeli bene 4. rispondere almeno a 1 questionario in tre giorni hai prodotto una così grande mole di lavoro, assieme a Vitaliuccia, Paula e Manuelina che sto (piacevolmente) inchiodata qui. Ora ho la memoria di lavoro un po satura, mi devi scusare, ti va se ci aggiorniamo lunedì sera? grazie tante iyi geceler paola eb |
|
|
Da: Paola Ebranati |
Caro Beppe, il problema della proprietà intellettuale e dei diritti di autore in e-publishing è grande e solo ora la normativa comincia a stabilire delle inderogabilità. E' ovvio che la normativa deve prendere forma in base al cambiamento delle situazioni de facto, si tratta quindi di raccogliere delle fattispecie in situazione, classificarle e poi stabilire una cornice normativa che regoli i diritti e i doveri degli autori. Di solito in rete tutto il materiale educativo elaborato all'interno di università od enti di formazione rimane di proprietà di chi lo scrive, e tale materiale puo' essere registrato alla SIAE o presso tribunali competenti (ad esempio le riviste online o portali informativi da essi derivati), si applica anche un disclaimer e per codice deontologico se voglio utilizzare del materiale online per fare didattica per conto mio devo per forza chiedere l'autorizzazione all'autore. E' una cosa che faccio sempre, anzi, nel contesto del nostro lavoro, per poter utilizzare degli stralci di discussione di casi clinici in psicodiagnostica trattati nella lista Rorschach, io devo contattare i singoli autori del thread e chiedere formalmente il consenso all'utilizzo del loro materiale ideativo, che per noi è comuqnue didattico. Certo.. potrei anche "infischiarmene" (ipotizzando che tanto nessuno vedrà il nostro sitarello co-prodotto), riportare gli interventi significativi per i nostri obiettivi e tagliare i nomi degli autori, ma questo è male..cioè fuori dal codice deontologico. E' possibile utilizzare materiale e riprodurlo solo se esplicitamente dichiarato dal/gli autori (c'è un mio collega che autorizza l'utilizzo di default su tutto quello che scrive in rete -quello che lui chiama ironicamente "copyleft", a patto di essere citato nei materiali di destinazione.. è un modo di promuoversi). Questa è l'unica cosa di cui siamo sicuri. Mi ricordo che avevo iniziato a scrivere degli appunti didattici sul test di Rorschach a partire da un corso biennale di specializzazione che avevo seguito. Erano appunti miei che però partivano da materiale ideativo di altri (non si puo' essere Leonardo da Vinci già da piccoli) , inoltre avevo scannerizzato le tavole Rorschach (le tavole del test) a scopo didattico... inutile dire che NON ho pubblicato la cosa altrimenti sarei in galera, oltre che fuori da qualunque associazione Rorschach del mondo!. Stavo per violare tutta una serie di norme sia legali che di deontologia sul piano epistemologico e clinico, come puoi ben immaginare. C'è stato un thread di fuoco finito in tribunale proprio sulla lista Rorschach che frequento in quanto un listmate aveva trovato per caso in rete un sito sul Rorschach messo in piedi da un povero diavolo di padre che aveva perso la custodia del figlio dopo una perizia psicologica "imperita" che risulto' a suo danno. Lo scopo del sito era quello di allertare altri padri in contenzioso per la custodia dei figli e dare loro delle "dritte" rispetto a come affrontare il test in sede forense. Scusa il lungo post... credo che dobbiamo stare abbastanza attenti...se non altro mettendo un bel disclaimer sul sitarello (firmato a 7 mani e kiboshato da Rotta) un salutone affettuoso paola eb |