Utilizzo del caso didattico per la formazione ECM in un ambiente di apprendimento online
Università degli Studi di Firenze - LTE - Corso di Perfezionamento 2001-2002, area 4 - Tutor: Prof. M.Rotta
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Argomento: Risposta ai questionari del corso, libro: "Dalla formazione a distanza all'apprendimento in rete - G. Trentin"
 

Trentin

1. Le tre generazioni della formazione a distanza sono: formazione per corrispondenza, formazione pluri/multimediale, formazione in rete. I modelli si distinguono in base al medium ed i processi di interazione.

Prima generazione (corrispondenza ordinaria): materiale prevalentemente cartaceo; interazione studente-docente lenta e circoscritta allo scambio di elaborati; l’apprendimento è prevalentemente individuale.

Seconda generazione (plurimedialità): uso integrato di materiale a stampa, trasmissioni televisive, registrazioni sonore, courseware; interazione studente-docente può includere assistenza telefonica, via fax  o via posta elettronica  e attività tutoriali in presenza; l’apprendimento è prevalentemente individuale.

Terza generazione (formazione in rete): processo formativo in rete; interazione dei partecipanti della comunità di apprendimento; apprendimento come processo sociale.

2. È possibile imparare navigando in rete, sia in modo incidentale (incidental learning) , sia in un percorso di apprendimento autonomo intenzionale basato sulle attività di reperimento, selezione e valutazione di sorgenti informative.

La fruizione in rete di materiale didattico strutturato è una situazione di studio individuale collocata nello scenario di un progetto didattico che definisce a priori il percorso, le attività e le risorse, secondo metodologie ed obbiettivi didattici stabiliti dai progettisti del corso.

3. Nel quadro dei possibili modi d’impiego delle tecnologie di rete a supporto dell’apprendimento collaborativo, le comunità di pratica possono essere descritte come luogo di  condivisione delle conoscenze, esperienze e migliori pratiche nell’ottica di una crescita collettiva del gruppo. I fattori tipici  che favoriscono l’aggregazione sono il comune interesse verso le problematiche in evidenza e la stima reciproca. Gli esempi classici di comunità di pratica sono le comunità professionali e le comunità degli ex-corsisti.

4. Nella formazione a distanza basata sull’uso di materiali strutturati i materiali possono essere distribuiti per via postale oppure possono essere reperibili in rete in modalità di fruizione online e offline. Siccome l’accesso ai materiali distribuiti in rete implica il trasferimento dell’onere delle spese di distribuzione al fruitore (spese di collegamento, stampa ), questa scelta deve essere valutata dal punto di vista dell’effettivo valore aggiunto in termini di qualità dell’offerta formativa.

5. La fruizione online dei materiali didattici può essere giustificata dai seguenti motivi: aggiornamento del materiale in tempo reale; inserimento dei materiali nel contesto di attività formative complementari, come gli eventi online; possibilità di integrazione dei contenuti e riusabilità delle sorgenti informative in scenari ipertestuali; attività educative in altri formati legati alle tecnologie specifiche della rete per la riproduzione di suono, animazioni, immagini, filmati; presenza di risorse multimediali condivise in ambienti complessi allestiti in rete, come simulatori e i giochi.

6. Con Web-publishing si intende l’attività di pubblicazione di documenti e materiali attraverso l’allestimento di siti web. La struttura ipertestuale alla base dei materiali assemblati indica le relazioni esistenti fra i contenuti, aspetto che incide sui percorsi logici di apprendimento e definisce il collegamento concettuale fra i diversi argomenti.

7. La FaD di terza generazione sfrutta le componenti comunitaria e collaborativa come strategie didattiche applicate alle situazioni di apprendimento che traggono vantaggio dall’interazione in gruppo. L’analisi della FaD come soluzione riduttiva rispetto alla lezione in presenza prende in considerazione soltanto le strategie basate sulla trasmissione di materiali strutturati orientate alla fruizione individuale.

La dimensione comunicativa e collaborativa della rete è spesso sottovalutata. In verità, l’uso educativo delle tecnologie di rete secondo approcci legati all’interazione interpersonale  può apportare all’apprendimento un valore aggiunto rispetto alla lezione in presenza. L’interazione mediata ha caratteristiche comunicative e dinamiche relazionali proprie che favoriscono lo sviluppo di ambiti di reciprocità significativi connotati da un forte senso di partecipazione sociale.

8. I principali attori di un processo formativo in rete, secondo il modello descritto da G. Trentin, sono: i corsisti, i formatori di rete, lo staff tecnico e gli esperti d’area. I corsisti svolgono attività collaborative o cooperative per via telematica. I formatori (tutor), nella fase preparatoria  del corso, sono coinvolti nella progettazione del corso, nella scelta dei materiali, nell’implementazione delle attività. Nella fase di conduzione del corso i tutor svolgono, a seconda delle strategie didattiche scelte, funzioni di coordinamento, facilitazione, orientamento, esercitazione, moderazione, monitoraggio, ecc. Lo staff tecnico supporta i partecipanti nell’uso delle tecnologie e risoluzione di problemi tecnici. L’esperto ha competenze specifiche che riguardano i contenuti del corso e può intervenire sia nella fase di progettazione che durante l’erogazione delle attività.

9. Strategie basilari per promuovere un apprendimento collaborativo in rete:

-         Definire un obbiettivo condiviso per l’apprendimento, coinvolgendo il gruppo nella formulazione del “patto formativo” e nel confronto delle aspettative individuali.

-         Favorire attività di condivisione di conoscenza che promuovano la correlazione tra i contenuti del corso e l’esperienza quotidiana dei partecipanti.

-         Assegnare compiti riferiti a situazioni verosimili e in linea con l’esperienza quotidiana quali problema da risolvere, scrittura collaborativa, simulazione di caso, sintesi ragionata, progettazione cooperativa.

-         Lanciare discussione sul processo formativo stesso (metariflessione).

-         Facilitare il dialogo in modo da consentire un bilanciamento dei diversi punti di vista dei partecipanti.

-         Suggerire un nucleo iniziale di argomenti e formulare domande con lo scopo di stimolare la riflessione e il confronto fra i partecipanti.

-         Condividere  con i corsisti la gestione dell’interazione del gruppo, evitando che il tutor diventi il riferimento per la discussione

-         Promuovere la cultura dell’interdipendenza e lo scambio di feedback significativi. 

10. Secondo G. Trentin, nel disegno del progetto didattico il primo passo è la definizione dei vincoli che delimitano l’intervento. I vincoli principali sono il contesto di riferimento, il profilo dei partecipanti, gli aspetti economici, tecnologie disponibili, periodo di erogazione, disponibilità di staff  tecnico ed esperti di contenuti. La definizione dei vincoli progettuali è condizionata dall’analisi dei bisogni formativi.

11. Le modalità di valutazione in un corso a distanza più rilevanti sono la valutazione degli apprendimenti e la valutazione del grado di partecipazione degli studenti in termini di attività svolte in rete. Nei percorsi che prevedono la discussione in rete come strategia didattica, la valutazione degli apprendimenti è basata sull’analisi qualitativo-quantitativa della messagistica. Il grado di partecipazione individuale può essere valutato quantitativamente in base alla analisi dei file log oppure in funzione dei registri documentati dal tutor nelle griglie di monitoraggio.

12. La scelta delle strategie didattiche deve essere funzionale al raggiungimento degli obbiettivi didattici . Sono esempi di strategie didattiche la produzione collaborativa, i giochi di ruolo, le simulazioni, gli interventi tutoriali le discussioni, ecc.

Per l’attuazione delle strategie e la scelta di una metodologia efficace è necessaria la conoscenza delle dinamiche specifiche della interazione in rete e della comunicazione mediata.  Una discussione può essere gestita in diversi formati, come il forum o la tavola rotonda. La produzione collaborativa può svilupparsi  in modalità parallela, sequenziale o di reciprocità.

13. Il mediatore della formazione è una sorta di facilitatore del processo che coniuga una data esigenza formativa con l’offerta reperibile in rete. Il suo ruolo  è identificare le necessità formative all’interno della propria scuola o rete di scuole, individuare le offerte formative già disponibili e selezione quelle più significative, supportare a livello organizzativo i colleghi  nello svolgimento di corsi di formazione, favorire la condivisione di conoscenza tra colleghi.

14.  L’apprendimento mutuato o reciproco si basa sulla condivisione delle esperienze, sull’individuazione delle migliori pratiche e sull’aiuto reciproco. È un percorso auto-gestito di apprendimento collaborativo che si distingue dalle strategie dirette, dove il tutor, i docenti o il materiale didattico tracciano il processo.

15. Polaris  è un progetto  realizzato a partire dal 1996, grazie a una collaborazione tra l’Istituto per le tecnologie Didattiche del CNR di Genova e il Ministero della Pubblica Istruzione. Il principale obbiettivo dell’iniziativa è la messa a punto di modelli  di formazione a distanza applicabili nei processi di formazione continua rivolti agli adulti in servizio. Lo scenario specifico di attuazione delle attività è la formazione in servizio dei docenti basata sull’uso delle tecnologie di rete, strategie di interazione reticolare collaborativa e flessibilità del percorso. Secondo la recensione di Mario Rotta, il volume che descrive il progetto Polaris è un prontuario per chi volesse affrontare la quasi totalità delle problematiche della formazione in rete.