Corsista Manuela Morandini
Quattro esempi di casi
clinici ostetrici
Il caso clinico si presta a suscitare delle riflessioni con i colleghi di lavoro per migliorare l’assistenza e per motivare l’aggiornamento professionale( follow-up- ho sbagliato qualcosa? In quella situazione potevo agire diversamente? La terapia o gli esami fatti sono stati sufficienti? ); oppure può essere utilizzato a scopo didattico dall’insegnante nella classe .
Nella presentazione del caso clinico dobbiamo porci sempre delle domande riferendole al paziente( la persona che subisce l’intervento dell’operatore sanitario) e all’operatore sanitario(la persona che attua l’intervento sul paziente).
Per es.In una determinata situazione……
- Quando il paziente accusa dolore?
- Perché il paziente era impaurito?
- Perché il paziente si è espresso così?
- Perché oggi il paziente ha rifiutato il cibo? ecc.
In questa situazione……..
- Perché ho utilizzato questa tecnica assistenziale?
- Come ho applicato questa tecnica assistenziale?
- Ho applicato questa tecnica nel momento giusto?
- Quante volte ho applicato questa manovra ?ecc.
Quando ci ritroviamo tra colleghi a discutere su un caso clinico possiamo esaminare gli studi fatti da altri per la risoluzione del nostro caso allo scopo di aggiornarci professionalmente e culturalmente confrontando il nostro lavoro con quello di altre realtà lavorative.
Quando siamo in una classe reale o virtuale la costruzione verbale o scritta di un caso clinico può diventare una tecnica didattica che aiuta l’allievo ad imparare contenuti e ad affrontare le situazioni con ragionamento non per pratica[1];nella classe reale si può arrivare alla realizzazione del caso clinico e in questa situazione il discente è chiamato ad esercitare il suo sapere e ad affinare le sue abilità vivendole in una simulata.
Ho scelto quattro esempi di casi clinici ostetrici seguendo quattro criteri fondamentali nell’esercizio della pratica ostetrica.
Questi criteri si possono applicare a tutti i casi clinici nell’esercizio delle diverse professioni sanitarie:
1 Il criterio della
continuità terapeutica ed assistenziale.
Intorno
alla persona bisognosa gli attori della
cura ed assistenza devono essere specialisti nel garantire la “continuità”.
Spesse volte gli interventi medici e le pratiche assistenziali sono
disomogenee per es. questo succede
quando qualcuno contraddice la
decisione o la pratica di un altro
collega e non arriva ad una decisione
collaborativa ed ignora il lavoro di gruppo. In qualsiasi situazione all’inizio
è necessario continuare la pratica
iniziata dal collega per non disorientare il malato ;in seguito verrà
verificata l’efficacia dell’intervento e se sarà necessario cambiata per
decisione presa in collaborazione.
La sig. Anna ,alla fine della prima gravidanza, arriva in ospedale alle due di notte perché ha le contrazioni uterine da più di due ore; è accompagnata dal marito .
Viene
fatta la visita ostetrica, il controllo del BCF mediante CTG ; il medico decide
il
ricovero
perché le contrazioni sono ritmiche e ogni 5 minuti , il collo uterino è
appianato e dilatato due centimetri; viene compilata la cartella ostetrica, la
cartella infermieristica e il modulo dell’accettazione sanitaria, deciso il
numero e la camera.
L’ostetrica
segue il travaglio fino a fine turno ,le sette del mattino.
La
donna partorisce alle 10 un bimbo di 3
chili ,il marito è presente all’evento;
la modalità del parto è spontanea con lacerazioni di 2 grado suturate con filo
riassorbibile; segue un post partum regolare ma si presentano difficoltà d’allattamento perché la donna ha i
capezzoli ritenuti ; dopo tre giorni
viene dimessa dall’ospedale insieme al bimbo.
2 La pratica del sollievo della sofferenza
.
Il
dolore si può debellare o attenuare
adoprando mezzi naturali , chimici, meccanici.
I
mezzi naturali possono essere:
·
La
fonte di calore o del freddo,
·
L’aromoterapia,
·
La
musicoterapia.
I mezzi chimici possono essere:
· i farmaci per os,
· i farmaci per infusione,
· i farmaci per inalazione,
· analgesie spinali e epidurali,
· anestesia totale e parziale.
I mezzi meccanici possono essere.
·
L’uso dell’agopuntura.
·
Posizionamenti del corpo
·
La digitopressione
·
Il massaggio
·
Il colloquio
caso clinico
La sig. Carla 40 anni, primipara a 41 settimane è in travaglio da due ore con contrazioni aritmiche , le membrane integre, la ppc deflessa, il collo uterino raccorciato ,dilatato tre cm. E’ stanca per le contrazioni ,non sopporta più il dolore, è depressa perché ricordandosi del precedente parto durato 13 ore teme di ripetere la stessa situazione; chiede una analgesia epidurale.
L’ostetrica cerca di farle capire che la testa del bambino deve posizionarsi correttamente perché avvenga la progressione del parto ; consiglia alcuni posizionamenti; pratica massaggi e toccature con fonti di calore; suggerisce un bagno caldo.
Alla donna dopo quattro ore di travaglio le viene fatta
una analgesia peridurale e somministrato ossitocina per vena; partorisce dopo
un’ora.
3 Il rispetto
della persona diversa per società,cultura,religione,razza,lingua,età.
L’essere umano richiede sempre rispetto anche quando non condivide quello che facciamo per il suo bene.
Caso clinico.
La sig. x, profuga albanese e senza documenti, all’apparenza 35-38 anni d’età ,non conosce la lingua italiana ,viene ricoverata d’urgenza in maternità causa un iniziale travaglio di parto; è accompagnata da una persona di sesso femminile che le fa da interprete anch’essa albanese. Sa sig. è impaurita e ha brividi di freddo ; condotta in sala parto dopo un’ora partorisce una bimba. Al suo ritorno nel reparto ostetrico viene lasciata sola dall’amica.
4 L’appagamento
e la soddisfazione dei bisogni umani seguendo la teoria di Maslow.
Abraham Maslow, psicologo e portavoce della psicologia umanistica propose una gerarchia dei bisogni umani per spiegare le forze motivazionali che agiscono come stimoli per il comportamento. La sua teoria sui bisogni umani è stata ampiamente sviluppata ed applicata ad una vasta gamma di situazioni nell’ambito dell’assistenza sanitaria [2] .
Maria è preoccupata per l’esito della gravidanza e piange sovente.
Non può prendersi cura e muoversi ; è preoccupata per le sorti della sua gravidanza anche se le è stato spiegato che il suo bambino non corre alcun pericolo.
note
[1]
La tecnica della mappatura dei concetti, sviluppata negli anni 70 alla Cornell
University negli USA da J.Novak e D.B.Godwin si è diffusa a tutti i livelli di
formazione, particolarmente nell’insegnamento delle scienze ,ma si potrebbe
applicare anche nelle scuole di formazione sanitaria infermieristica ed
ostetrica. Vedi articolo di M.Matarese, P.Scorretti su “le mappe cognitive
nella formazione infermieristica: una nuova sfida per i formatori”. Da Nursing
Oggi, numero 1,2001 pag 22-30.
2Cfr.”
Keane’s L’essenziale del nursing” di Susan C. de Wit 1 edizione italiana
tradotta dalla 3 americana ed. Piccin 1996
pag.22
riporto un esempio di mappa dei concetti applicata in
ambito infermieristico
di P.McHugh Schuster descritta nell’articolo sopracitato
prima fase
Alterata nutrizione Squilibrio idroelettrolitico |
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|
Ansia Riduzione gettata
cardiaca immobilità |
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Ascesso addominale Occlusione intestinale Fase postoperatoria |
|
Dolore Infezione Integrità della pelle eliminazione |
|
|
Ossigenazione Alterazione degli scambi gassosi |
[1] La tecnica della mappatura dei concetti, sviluppata negli anni 70 alla Cornell University negli USA da J.Novak e D.B.Godwin si è diffusa a tutti i livelli di formazione, particolarmente nell’insegnamento delle scienze ,ma si potrebbe applicare anche nelle scuole di formazione sanitaria infermieristica ed ostetrica. Vedi articolo di M.Matarese, P.Scorretti su “le mappe cognitive nella formazione infermieristica: una nuova sfida per i formatori”. Da Nursing Oggi, numero 1,2001 pag 22-30.
[2] Cfr.” Keane’s L’essenziale del nursing” di Susan C. de Wit 1 edizione italiana tradotta dalla 3 americana ed. Piccin 1996 pag.22